Uochi Toki - Il limite valicabile (2CD)

14.90

2CD / 10 marzo 2015

“Il limite valicabile” è il decimo album degli Uochi Toki, un doppio cd che si compone di due lavori distinti per titolo, approccio e contenuti: “Un disco rap” e “La fine dell’era della comunicazione”, in uscita per La Tempesta il 10 marzo 2015. La band ha scelto il formato doppio offrendo due diverse esperienze di ascolto: una orizzontale, comunicativa e a suo modo ludica in “Un disco rap” e una verticale, percettiva e oscura in “La fine dell’era della comunicazione”. “Intendiamo il disco doppio come un’opera completa che renda l’idea di viaggi sempre più estesi sulla superficie, sempre più nel profondo nella crosta terrestre, sempre più lontani nella galassia. Questo doppio disco è la nostra spedizione al Polo Sud verso le Montagne Della Follia, quando fino a poco prima si trattava di semplice alpinismo: conviene fare provviste, coprirsi bene e risparmiare il fiato prima di imbarcarsi, c’è la possibilità di non tornare.”

Un disco rap

Se esiste una retorica di genere musicale esiste anche una retorica di anti-genere musicale ed entrambe queste strade portano lontani dall’ascolto immersivo e intenso, ma vicino al dibattere e discutere di musica tra le persone, a casa, come al bar, come in rete. “Un disco rap” è il lavoro in cui vengono utilizzate le strutture e le tematiche tipiche dell’hip hop golden age, revisionate dal racconto di come i Uochi Toki hanno vissuto la propria rappusità nella realtà: si parla di old school ma in modo improprio, si parla di droga ma lateralmente, si parla di automobili, di club, di corpi femminili, del talento nel fare le rime, dei tributi agli MC deceduti, ma rovesciando completamente questi temi. Certamente esiste un limite tra ciò che è rap e ciò che non lo è e in “Un disco rap” l’obiettivo dichiarato è che questo limite si percepisca come valicabile e confuso. Nel processo sono stati coinvolti altri scrittori di rap che, con i loro interventi, hanno moltiplicato le facce del prisma, dando al disco molteplici direzioni e sfaccettature. Questi scrittori – MC o rappers- sono stati scelti per le loro peculiarità umane, per la loro trasversalità e per le loro differenze, nel tentativo di consegnare all’ascoltatore l’idea che ci sono altre persone in grado di riscrivere il rap in maniera estremamente personale e diversa dalla quella degli Uochi Toki rimanendo però al loro fianco. Sul piano del suono, “Un disco rap” lascia una sensazione di morsa sulle basse, restituendo un ruolo centrale al loop e all’idea di semplice base, reinterpretando anche in questo caso le figure classiche dell’hip hop golden age, aggiungendo distinzioni e distorsioni valvolari che non vengono dall’asfalto ma dai cavi elettrici nascosti sotto e incrociando, ancora più in basso, frequenze provenienti dalle tubature del sistema fognario.
Si può tracciare una linea (curva) che collega i brani.
Si consiglia di ascoltare il disco a occhi aperti.

La fine dell’era della comunicazione

Dalla trattazione diretta del rap e delle sue potenzialità di comunicazione, si passa a ciò che trascende la comunicazione stessa, a tutto ciò che avviene tra le righe, non detto, sottinteso, fino a quelle impressioni e sensazioni che superano i limiti della parola. Così qui il suono si prende una fetta di spazio più ampia, intervenendo quando i testi arrivano al limite di ciò che è possibile dire. Le strutture sono descrittive, aperte e non sottoposte ai processi di riordino della lingua. L’elettronica è oscura, istintiva, astratta ma allo stesso tempo diretta come una risposta non meditata, immediatamente successiva a un evento. Il paesaggio sonoro è fatto di sonorizzazioni per ambienti dall’agreste al post-evento, bruschi cambi di intensità e field-recordings rimaneggiati, che cercano l’ambiente reale di cui diventare la colonna sonora. L’atteggiamento del disco, come evidenziato dai testi, è quello del quaderno degli appunti: una serie di considerazioni legate da un filo conduttore invisibile ma forte e presente, che vengono proposte senza dare loro una forma diversa da quella che hanno alla nascita. I temi principali sono il superamento dei limiti umani, le piccole idee che rimangono escluse dalle operazioni di sintesi e la fine di un’era osservata da un punto di vista non-storico, percettivo, sistemico. Il tutto viene descritto prendendo come spunto comuni elementi a cui tutti gli esseri umani ormai sono abituati come i media visuali, le scritte sui muri, il “fare musica”, le distopie, le ipotesi sul futuro o le varie tipologie di rappresentazione personale di linea del tempo. 
Si tratta di un disco da meditazione, da bere a piccoli sorsi, da ascoltare a occhi chiusi dimenticandosi del dimenarsi delle scene musicali e delle opinioni, guardando l’avvicendarsi di concretezza e astrazione dalla scomodità della propria stanza buia.